Climbing

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Rocce lisce. Per lo meno così appaiono a un passo dallo sguardo.

Mani e piedi che cercano e trovano fessure, sicurezze fragili e affidabili almeno per l’istante di cui quella mano o quel piede ha bisogno.

Pochi o tanti metri di possibilità di cadute rovinose e poi: di sola sopravvivenza.

Non accade, perché non accade. Il piede non si manovra in fallo, la mano non manca l’aggancio fissatosi in quel lieve sconcerto della roccia.

Ma ne è davvero certo ogni singolo respiro, ogni cellula del corpo?

Nella solitudine alta del silenzio, quanto echeggia una paura che non dovrà prendere forma, mai?

Affascinante gioco sportivo di sfida. Per una sensazione ultima e grandiosa di sconfinata libertà. Da portare con se nella quotidianità. Ogni giorno.

Per sorridere, diversamente normali.

Ecco la galleria, un omaggio a Mario Santamaria. 

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