Scrivere è un bisogno arcaico di trasmettere storie, pensieri ed emozioni.
Prima c’era la parola parlata. C’erano i racconti raccontati e bambini e adulti stavano in silenzio ad ascoltare.
Poi la scrittura ha aggiunto quel meraviglioso momento di solitudine buona, che è l’intimo incontro tra una penna e un foglio bianco. E non importa che oggi il “foglio bianco” sia visualizzato su di uno schermo e invece di tenere una penna, la mano batte su una tastiera. Queste sono tutti dettagli tecnici.
Quello che rimarrà immutabile nel tempo, è il lavoro di mediazione tra una mente, possibilmente fertile, e lo strumento della parola.