Innanzitutto un piccolo aneddoto sulla nascita di una delle arie più popolari che Giuseppe Verdi scrisse.
Dopo la perdita di sua moglie e dei suoi due figli, Verdi si ritrovò solo e disperato e un’opera lirica da scrivere, che secondo il commissionante doveva essere comica.
Si narra allora che un suo amico gli sottopose il libretto del Nabucco, soggetto biblico. Il compositore e musicista, però non ebbe l’animo di leggere e adagiò il libretto da una parte, senza neanche dargli uno sguardo.
Una sera, volendo mettere ordine tra le proprie carte, questo libretto cadde a terra e si aprì proprio sui versi di “Va pensiero”.
Verdi lo lesse più volte, non andò a dormire e cominciò a musicare questi versi. Lesse anche tutto il resto del libretto e nacque infine quell’opera, che gli dette il primo grande trionfo.
Verdi amava Roma e i romani, ma molto meno i teatri della capitale italiana. Già allora ne denunciò la cattiva e sopratutto superficiale gestione.
Questa mostra si concentra su costumi di scena delle quattro opere rappresentate a Roma: Il Trovatore, La battaglia di Legnano, Un Ballo in Maschera e il Falstaff.
Nelle sale magnifiche della Biblioteca dell’Accademia dei Lincei, tra libri, libretti, bozzetti di scenografie e lettere scritte da Giuseppe Verdi, possiamo ammirare i magnifici e preziosi costumi.
Un allestimento magnifico, sottolineato dalle arie di Verdi. Uno spettacolo da non perdere.