Home


T2L-2013-72

La goccia d’acqua

Il vento ne obbliga la direzione, capricciosamente, ad onor del vero, un po’ di qua, un po’ di la. Dall’alto del nulla blu scuro, la strada è lunga, inconsapevole e gioiosamente cieca, poiché il nulla non contempla paura alcuna. Alla fine del tortuoso viaggio, ecco che lei, la piccola goccia, viene accolta dalla somma di tante esistenze come le sue, divenendo una tra mille nel caldo abbraccio di condivisione intima, di un insieme buono.

Lei segue la corsa di questo insieme, poiché altro non potrebbe fare. Ma questo ruscello sottile, allegro e quasi spiritoso nel suo curvarsi ora a destra, ora a sinistra, nel gioco interminabile con sassi, pietre e alghe, si rivela essere un’avventura a perdi fiato.

Mille colori si insinuano fin sotto la superficie, il rosso e il blu risaltano il verde dell’immagine specchiato delle piante e il bianco candido delle pietre sul fondo tracciano contorni e contrasti sulla casualità di un arcobaleno eternamente in divenire.

Lei sente dal profondo della sua limpidezza che la sua piccola, minuscola esistenza ha una meta, ha un senso. Da qualche parte, in qualche tempo, durante qualche sogno sente una corrispondenza urgente di fare qualcosa di unico, qualcosa che solo lei può fare. Qualcosa per la quale lei diventerà unica.

Non perché lei è oppure sarà speciale in assoluto. L’assoluto è così lontano e così grande, che perde i propri contorni ancora prima di pronunciarne la parola.

Qualcosa che renderà unica lei stessa solo per se stessa. E allora si rotola sulle pietre, si lancia in alto nel cielo per ricadere giù sul muso sorpreso di un cucciolo acquatico e capisce. Infine capisce: la ragione è la sua esistenza. La semplice, splendida e unica circostanza di esistere.

Poiché acqua è acqua ovunque, poiché cielo è cielo comunque, lei ti porta il suo saluto da ogni dove, da qualsivoglia terra. Ti porta la sua esistenza, con tutta la sua semplicità di essere una goccia d’acqua, di racchiudere nella sua trasparenza ogni colore che occhi abbiano visto ieri e vedranno domani. Dona la sua vitalità nella leggerezza del suo cammino, come solo le melodie di musica ne sono capaci, quando si innalzano nella penombra del far della sera.

Ed è vitale per ogni pianta che saprà dissetare, che sia vista da molti o da nessuno o che qualcuno ne abbia sospettato l’esistenza.

I commenti sono chiusi.